La mia ragazza in vacanza (parte 4)

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ilbloggerfetish
view post Posted on 28/1/2012, 16:57




Pagai il conto e diedi il numero di cellulare di Lara al cameriere il quale aveva uno sguardo "stranamente" perplesso in quel momento. Salutai e mentre me ne andavo sentii ridere nel locale. Girandomi vidi il cameriere che rideva come un matto insieme ad un tipo dietro il bancone mostrando il trofeo sul pezzo di carta.
La vacanza si faceva piccante, ma intanto non vedevo più Lara e Alex. Andai verso il nostro appartamento da solo e fui sorpreso di non trovare nessuno quando arrivai. Provai a telefonare alla mia ragazza, ma non ricevevo risposta e allora decisi di guardare un po' di tv. Solo dopo un'oretta squillò il mio cellulare.

Io: "Amore, ma che fine hai fatto?"

Lara: "Niente, sto da Alex, ho pensato che non fosse ancora il caso che tu mi vedessi insieme ad un altro e allora abbiamo cambiato rotta mentre tu eri dentro il locale a pagare.
Senti, siccome penso proprio che qui andrà avanti a lungo la serata, magari potresti lucidarmi un po' le altre scarpe finché sono fuori. Ricordati che quando torno voglio trovarti ancora al lavoro e voglio che non ti tocchi assolutamente, altrimenti non ti racconto niente. Un bacio frocetto."

Staccò la telefonata senza neanche darmi il tempo di replicare o di dire qualcosa. Mi sentivo davvero cornuto ora che ero stato anche estromesso dal gioco, ora che dovevo obbedire senza neanche la possibilità di vedere cosa faceva il mio amore. Durante la telefonata sentivo anche Alex che diceva di fare in fretta e di non perdere tempo con me, che tanto non ne valeva la pena.
Umiliato come non mai decisi di spogliarmi completamente e di mettermi inginocchio a terra con davanti tutte le scarpe che si era portata Lara per questa vacanza. Non erano molte, solo quattro paia più un paio di infradito che usava prevalentemente in spiaggia e a casa.
Con lo sguardo perso nel vuoto di chi sa che si trova in un punto di non ritorno mi misi a lucidare quelle calzature con la lingua pensando che magari la mia lei si stava facendo sbattere da un perfetto sconosciuto. L'umiliazione fu tale che ad un certo punto iniziai a piangere, anche se il "mio amico" era duro come mai l'avevo visto.

Passarono due ore durante le quali avevo messo a nuovo le scarpe di Lara. Avevo leccato ovunque, anche le suole, sperando che al ritorno fosse soddisfatta del mio lavoro.
Non sapevo più cosa fare e allora decisi di mia iniziativa di aspettarla all'ingresso, steso a terra con le sue infradito sui miei genitali.
Non sapevo che dovevo attendere così ancora un bel po'.
 
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