La scoperta delle Corna (Parte I)

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ilbloggerfetish
view post Posted on 27/1/2012, 16:45




Circa 5 anni fa la mia Angelica aveva 30 anni. Ad un anno dalla nascita del nostro secondo figlio, senza un motivo vero, la vedevo meno "amante" e molto "mamma". Non che le gravidanze l'avessero imbruttita. Mia moglie è stata sempre una bellissima donna, e se penso che in quel periodo non facevo sesso con lei anche per più una settimana mi do dell'imbecille. Mi segavo, davanti a siti porno, ma non facevo sesso con lei...
Angelica è una bella mora, alta circa 1,70, con una 4a di seno e un culo da favola... che parla da solo. Porta una 44 ed ha un viso bello e dolce... con grandi occhi castani: non mostra sicuramente i suoi attuali 35 anni. Ecco dunque la donna che ho rischiato di perdere 5 anni fa.
Come detto la trascuravo, non la facevo sentire donna. Lei me lo faceva capire... ma l'aver avuto 2 figli da lei mi dava una sicurezza di fondo: è mamma di 2 figli ormai, non può tradirmi.
E invece ecco che col tempo Ange ha cercato conferme alla sua femminilità.
Intento a vederla mamma e non donna, io per oltre un anno non mi sono accorto di nulla. Devo ringraziare pubblicamente un mio collega, C.S., se sono venuto al corrente della cosa. C., infatti, un giorno mi disse di aver visto mia moglie in un bar vicino Via del Corso, in compagnia di un ragazzo. Ecco che subito mi allarmai, ricordando che quel giorno lei mi aveva parlato di un corso di aggiornamento.
Con molta calma - solo apparente - cercai di studiarla, provando a nascondere la mia paranoia. Paranoia che divenne totale quando, qualche giorno dopo, arrivai a rovistare nella sua borsetta (non lo facevo più dai tempi del fidanzamento!). Ciò che trovai mi fece sussultare il cuore: una scheda SIM per cellulare all'interno del suo portadocumenti. Non me ne aveva mai parlato di altri numeri...
Aspettai dunque il momento propizio ed inserii la scheda nel mio cellulare. La mia Ange è una donna molto intelligente... e non fui sorpreso dalla richiesta del codice PIN. Niente... ma era comunque una conferma al fatto che mi nascondesse qualcosa.
Che fare? Dirglielo?
Aspettai...
Aspettai fino al suo successivo giorno libero a scuola. Come un marito geloso cronico andai a scuola, per poi uscire con un permesso. Tornai a casa col cuore che mi batteva in gola: la casa era vuota. Lei non c'era. La chiamai al cellulare, subito dicendole: «Tesoro, io faccio un'ora di ritardo oggi, che ho da fare un servizio col Preside...»
Poi le chiesi dove fosse... ed ecco l'errore. Mi rispose che era a casa, e stava cucinando. Nella sua voce avvertivo di tutto... non sapevo se arrabbiarmi, piangere, disperarmi. Le chiesi cosa... e ricordo ancora chiaramente la sua risposta: «Tortelli e Pollo come secondo.»
Chiuse con un "Ti amo" convinto.
Che stupido... in quel momento fui sicuro che lei avesse un amante. Mi tradiva. Ero un cornuto.
Aspettai che rientrasse seduto in cucina, incazzato nero... con lei e con me stesso, ma con un'erezione incredibile, che non riusciva a passarmi.
Entrò in casa in silenzio... e la vidi più bella che mai. Che coglione che ero stato.
Lei sbiancò. «Da quanto sei rientrato?»
«Ti ho chiamato da qui... penso mi debba delle spiegazioni...», risposi.
Lei scoppiò a piangere, urlandomi: «E ora le cerchi le spiegazioni?»
Aveva ragione. Ci chiudemmo in un silenzio di tomba. Non volevo dire altro. Lei non fece neanche da mangiare. Era dura far finta di nulla con due bambini in casa.
La sera, a letto, le chiesi solo: «Da quanto tempo?»
«Un anno...», rispose lei. «E scommetto che non ti è venuto neanche il dubbio, vero? Per te non esisto più...»
Le parole non erano proprio queste, non le ricordo alla perfezione, ma il senso sì...
Restai in silenzio e non dormii per tutta la notte. Non dormì neanche lei.
La mattina dopo ero uno zombie. La osservai in pigiama, mentre faceva la colazione...
Scoprii di desiderarla da morire... ero duro come il marmo... volevo scoparla con forza, violenza... come mai avevo fatto prima.
Sapevo anche che lei non ci sarebbe stata. Non in quel momento.
«Dobbiamo parlare...», le dissi.
«Oggi ti dirò tutto quello che vuoi sapere, poi decideremo il da farsi...»
E così accadde.
 
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