Il cervo e la fidanzata tettona 3

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ilbloggerfetish
view post Posted on 26/1/2012, 23:41




1
Gli avvenimenti narrati nella prima parte di questa storia, ovvero “Il Cervo E La Fidanzata Tettona”, segnarono profondamente la mia esistenza. Come già ho avuto modo di spiegare, in me s'innescò un radicale processo di cambiamento, che mi portò dapprima a tollerare i tradimenti della mia ragazza, poi addirittura ad auspicarmi che essi si verificassero, a tutto beneficio della mia eccitazione.
Molti altri avvenimenti travolsero quella che un tempo era stata una normalissima (così pensavo io) vita di coppia. Alcuni di questi meritano di essere raccontati.
2
I mesi successivi all'incontro della mia ragazza con Samuele furono segnati da grandi cambiamenti. Claudio, il suo amante ufficiale, si fidanzò e andò a convivere con la sua amata. Questo portò alla rottura della relazione adulterina che aveva intrecciato con Valentina.
La mia fidanzata, nei primi tempi, si sentiva distrutta.
“Quello stronzo!” gridava a volte. “Quel bastardo! Ora, solo perché si è fidanzato, ha deciso di troncare con me! Mi ha detto di voler mettere la testa a posto, di amare sinceramente la sua ragazza, di non volerla tradire come io tradisco te...”.
Spesso piangeva. E, incredibilmente, a consolarla toccava proprio a me.
“Non ti sei persa niente”, le dicevo abbracciandola “E poi se vuoi c'è sempre Samuele...”
“No! Lui non lo voglio! È amico di quello stronzo! Tu pensi forse che la nuova fidanzata di Claudio sia più bella di me?”
“Ma no amore, non dirlo neanche per scherzo. Guarda tu che tette che hai... quella se le sogna...”
Questo serviva a calmare un po' la situazione.
Un pomeriggio, mentre me ne stavo sdraiato sul letto a riflettere sulla stranezza della mia relazione con Valentina, squillò il telefono. Era proprio lei.
“Amore”, mi disse “sei solo in casa? Ho bisogno di parlarti...”
“Naturalmente” le risposi “Vieni pure quando vuoi”.
Mezz'ora dopo arrivò. Aveva sul volto un'espressione seria seria, quasi solenne, che non le avevo mai visto.
Ci sistemammo in salotto e lei mi prese la mano.
“Dimmi tutto”, la incoraggiai guardandola negli occhi.
“Ho deciso di non tradirti più” mi rispose. “So di essermi comportata male e di averti fatto soffrire molto. Sono stata una vera stronza, una bastarda crudele e senza cuore. Ho pensato sempre e solo al mio godimento. Il fatto che Claudio abbia deciso di non vedermi più è esattamente quello che mi merito per il mio comportamento. Sapessi quanto sono pentita, amore!”
La abbracciai forte e, nonostante avessi provato non poca eccitazione durante i suoi tradimenti, fu come se qualcuno mi togliesse un peso dal cuore. Le sue parole mi rinfrancarono molto. Del resto, non nego di aver avuto paura di perderla in più di un'occasione.
“Ne sono felice”, dissi.
“Anch'io sono contenta di aver preso questa decisione. Io ti amo, amo solo te! Oh, se ripenso a quante ne ho combinate! Spero solo di meritare il tuo perdono. Da oggi in poi, te lo assicuro, sarò una fidanzatina fedele...”
Non so se a farla parlare così fu un sincero sentimento o solo la rabbia per essere stata abbandonata dal suo amante, fatto sta che le credetti all'istante.
“Ti amo”, le dissi. “E non importa il passato. Quel che conta è il presente”.
“Hai ragione. Ti amo anch'io”.
Ci baciammo e restammo tutto il pomeriggio abbracciati sul divano.
Il pentimento di Valentina era sincero? E io avevo veramente ritrovato il mio amore?
3
Tutto procedette normalissimo nelle settimane che seguirono. Ci comportavamo come due innamorati che si sono appena incontrati. Uscivamo la sera, andavamo a cena fuori, andavamo a ballare insieme, facevamo lunghissime passeggiate sulla spiaggia. Era bellissimo, e per quanto fosse impossibile dimenticare i recenti trascorsi, la mia mente e il mio cuore tendevano ad ignorarli.
Eravamo felici.
Soltanto la notte, quando facevamo l'amore, il passato qualche volta tornava a far capolino nel presente. Quando la prendevo, Valentina chiudeva gli occhi e gemeva, e qualche volta la sentivo sussurrare:
“Claudio... Claudio... Claudio...”
Forse non si rendeva neanche conto di parlare ad alta voce, ma era chiaro che stesse pensando al suo ex amante. Chissà, forse immaginava proprio che fosse il suo uccellone a fotterla, invece del mio.
Io, neanche a dirlo, oltre ad una forte fitta di gelosia sentivo anche l'eccitazione montarmi dentro. La fottevo con maggior vigore, leccandole quelle tettone come un indemoniato. In poco tempo sborravo.
Una sera, mentre me la stavo facendo a pecorina, palpando felice quelle belle tettone che ballonzolavano lì davanti, la sentii pronunciare nuovamente il nome di quel bastardo.
“Claudio... Claudio... Claudio...”
Decisi di non far finta di niente, questa volta. Così, accelerando il ritmo delle spinte e palpando le tette con maggior vigore, dissi:
“Claudio! È lui che vorresti qui, ora, vero? Eh? Vorresti che ci fosse il suo cazzo nella tua figa, al posto del mio!”
“Oh sì” rispose lei come in trance. Sentii il suo corpo fremere al sol pensiero. “Oh sì che vorrei il suo bel pisellone, tutto dentro la mia fighetta... e nel mio culo... mmm... mmm... oh sì come lo vorrei... e penso proprio che lo vorresti anche tu, cornutello...”
Sfilai il cazzo dalla sua caldissima figa – un forno ardente di lussuria – e lo posizionai sul suo culo.
“Be', per stasera dovrai accontentarti del mio” dichiarai e la penetrai. Me la inculai a lungo, facendo grandi sforzi per non venire. Ero costretto a numerose pause, considerata l'eccitazione.
Quando finalmente venni, Valentina sussurrò:
“Oh sì Claudio, sborrami nel culo... riempi il buco della tua puttanella... dai... mmm...”.
Evidentemente si era talmente immedesimata in quella fantasia da pensare che veramente fosse Claudio ad incularla.
Quando, dopo aver finito di far l'amore, restammo sdraiati sul letto uno accanto all'altra, lei mi accarezzò la fronte e mi disse:
“Amore, perdonami per poco fa... Non volevo ferirti. È stata... solo una debolezza, niente di più. Una sciocchezza. Non pensavo davvero a Claudio. È con te che voglio fare l'amore...”
Ma sapevo che, almeno in parte, non era vero. Sapevo che lei desiderava ancora quell'uccello caldo e pulsante. E infatti il nome di Claudio tornò ad essere presente spesso durante i nostri amplessi. Qualche volta le bastava nominarlo per venire come una vacca.

 
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